In breve

Elenco parziale dei temi trattati dalla Commissione federale d'igiene dell'aria (CFIAR).

Il significato dei valori indicativi dell'OMS sulla qualità dell'aria 2021 per l'ordinanza federale contro l'inquinamento atmosferico

Per proteggere la popolazione e l'ambiente da un eccessivo inquinamento atmosferico, l’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) del 1985 ha fissato valori limite d’immissione (VLI) per una serie di inquinanti e li ha completati nel 1998 e nel 2018. La ricerca nazionale e internazionale degli ultimi 20 anni indica ora che anche concentrazioni nettamente inferiori di inquinanti possono provocare danni alla salute. Dopo una rielaborazione integrale delle conoscenze attuali, l'OMS ha pertanto introdotto una riduzione dei valori indicativi nelle nuove linee guida sulla qualità dell’aria 2021 «Global Air Quality Guidelines».

Sulla base dello stato attuale della scienza e tenendo conto dei nuovi valori guida dell'OMS la CFIAR raccomanda di adattare l'OIAt e quindi di ridurre o integrare i VLI di sei sostanze inquinanti biossido di zolfo SO2, biossido di azoto NO2, monossido di carbonio CO, ozono O3, polveri fini PM10 e PM2,5. Gli altri VLI rimarranno immutati. La CFIAR rinuncia per il momento a raccomandare VLI per inquinanti atmosferici finora non ancora regolamentati. Sostiene tuttavia le raccomandazioni di utilizzo per la fuliggine e le particelle ultrafini menzionate nelle AQG 2021 dell'OMS. Le loro emissioni devono per quanto possibile essere evitate.

Misurazione e pericolosità per la salute delle polveri fini in sospensione

Per proteggere la popolazione dall’eccessivo carico di polveri fini nell’aria, nell’ ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) del 1985 furono stabiliti valori limite d’immissione per "le polveri totali sospese".

Negli anni seguenti studi mostrarono che nemmeno l’osservanza di questo valore limite era sufficiente a evitare effetti negativi sulla salute e che le particelle respirabili di diametro inferiore a 10 micrometri, le cosiddette PM10, sono importanti indicatori per la valutazione degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute.

La commissione ha pertanto raccomandato al Consiglio federale di abolire i valori limite dell’OIAt per «le polveri totali sospese» e di sostituirli con valori limite per le PM10. In occasione della modifica dell’OIAt nel 1998, i valori proposti furono ripresi nell’ordinanza.

Nel 2013 la Commissione ha riassunto e valutato in un rapporto i risultati delle ricerche più recenti sugli effetti dell’inquinamento da polveri fini sulla salute della popolazione. La CFIAR raccomanda di fissare nell’OIAt un valore limite d’immissione supplementare per le frazioni fini delle polveri (PM2,5).

Smog estivo

Malgrado la forte riduzione delle emissioni degli inquinanti precursori dell’ozono, quali gli ossidi di azoto e i composti organici volatili (COV), lo smog estivo in Svizzera fa registrare frequenti e prolungati superamenti dei valori limite d’immissione stabiliti dall'OIAt. La salute dei soggetti sensibili ne può risultare compromessa e anche la vegetazione ne può risentire.

Per poter garantire una protezione efficace, sono necessarie ulteriori misure per la riduzione dell’inquinamento. Devono essere privilegiate le misure efficaci a lungo termine.

La via indicata nel rapporto del Consiglio federale sui provvedimenti di igiene dell’aria adottati da Confederazione e Cantoni dev’essere imboccata al più presto. I provvedimenti urgenti possono contribuire a una lieve riduzione dell’inquinamento totale, ma non possono certo sostituire le misure efficaci a lungo termine.

All’inizio della stagione dell’ozono e in caso di superamento dei valori limite, la popolazione deve essere adeguatamente informata sulla problematica dell’ozono, sulle possibili conseguenze e sulle misure da adottare per proteggersi in caso di concentrazioni troppo elevate.

Inquinanti atmosferici azotati

In Svizzera il tasso di inquinamento atmosferico causato dalle emissioni di ossidi di azoto e di ammoniaca è decisamente troppo elevato. Nel suo rapporto, la commissione chiede pertanto che le emissioni di tali inquinanti vengano dimezzate e che, a tal fine, sia applicato in modo sistematico in tutti i settori il più recente stato della tecnica.

Occorre intervenire in particolare nell’agricoltura dove, nell’ambito dell’utilizzazione di concimi aziendali provenienti dall’allevamento di animali da reddito, vengono impiegate poche tecnologie a basso tasso di emissioni. Gli ossidi di azoto e l’ammoniaca sono dannosi sia per gli ecosistemi seminaturali sia per la salute degli esseri umani. Le misure volte a ridurre il carico inquinante a un livello sostenibile per la salute e l'ambiente sono note.

La CFIAR ha analizzato come possa essere sostenuta l’applicazione di provvedimenti di riduzione nell’agricoltura. Nell’OIAt dovrebbe essere esplicitamente fatto riferimento alla possibilità di utilizzare i carichi critici ‑ critical loads ‑ di azoto come criterio di valutazione, rispettivamente in casi motivati anche i livelli critici ‑ critical levels ‑ di ammoniaca. Questi criteri di valutazione, internazionalmente riconosciuti, corrispondono a quelli della legislazione svizzera sulla protezione ambientale e sono equivalenti ai valori d’immissione.

Rischio di cancro dovuto ai gas di scarico di motori diesel e a benzina

Motori diesel senza filtri efficaci emettono quantità di particelle di fuliggine da 100 a 1000 volte superiori rispetto a quelle emesse dai motori a benzina. Dal punto di vista sanitario destano particolare preoccupazione i nuclei respirabili delle particelle di fuliggine contenute nei gas di scarico.

Nelle città e nelle agglomerazioni le particelle di fuliggine emesse dai motori diesel contribuiscono fino al 70 per cento al rischio di cancro dovuto agli inquinanti atmosferici. Conformemente alla legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb) e all’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt), le emissioni di inquinanti atmosferici cancerogeni devono essere ridotte al minimo per proteggere la popolazione.

Benzene, un inquinante atmosferico cancerogeno

Il benzene fuoriesce dai gas di scarico delle automobili con motore a benzina, dai motori a due tempi e dai distributori di benzina con un dispositivo per il recupero dei gas di benzina difettoso.

Alla fine del 2000 l’UE ha fissato un valore limite per le immissioni di benzene nell’aria esterna. Alla luce della proposta UE, la CFIAR esprime nel suo rapporto un apprezzamento critico sulla politica svizzera di protezione dell'aria contro il benzene e presenta proposte su come affrontare la questione.

Secondo l’analisi della commissione, il valore limite delle immissioni di benzene adottato dall’UE non soddisfa i requisiti della legge sulla protezione dell’ambiente (LPAmb). Un obiettivo ambizioso dovrebbe, invece, prevedere misure addizionali volte a ridurre ulteriormente il carico inquinante e a garantire a lungo termine la protezione della popolazione. 

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Ultima modifica: 03.01.2024